Perché iscriversi ad AIDIA?
Le socie di A.I.D.I.A. ci raccontano la loro esperienza diretta
Ho sempre creduto che attraverso l’impegno personale e professionale si possa svolgere una proficua attività di sostegno al processo, mai sufficientemente sviluppato e consolidato, di emancipazione e di riconoscimento delle qualità e della pari dignità della donna, in ambito familiare, sociale e professionale.
L’associazione A.I.D.I.A, sodalizio senza finalità di lucro, nasce dalla volontà delle socie di contribuire, valorizzare e diffondere il lavoro delle donne Architetto e Ingegnere nella città di Latina e provincia.
Anche attraverso attività ed eventi culturali, A.I.D.I.A. persegue le sue finalità, collaborando con gli Ordini Professionali, con le Istituzioni e con altre Associazioni.
Attraverso la riflessione e il confronto, ci si propone di consolidare la nostra identità professionale sul territorio.
Da analisi approfondite della storia del tessuto urbano e delle dinamiche sociali a scala urbana e territoriale, si elaborano proposte che garantiscano una maggiore qualità della vita, con l’obiettivo di riportare il nostro “mestiere” ad avere un ruolo centrale nella società.
Credo quindi, che, soprattutto le giovani professioniste, Architetti e Ingegneri, possano trovare nell’associazione A.I.D.I.A. un importante veicolo di confronto e impegno, attraverso il dibattito su temi culturali, professionali e sociali.
Architetto Maria Di Falco Presidente di A.I.D.I.A., sezione di Latina e Provincia
Mi sono sempre chiesta se le professioniste Architetti o Ingegneri avessero mai pensato di riunirsi e confrontarsi periodicamente sulle problematiche e sulle bellezze di un mestiere, troppo spesso, prevalentemente delegato agli uomini.
Ho avuto grandi maestri, tutti uomini, ma ho incontrato anche grandi donne Architetti, non riconosciute pubblicamente quanto i loro colleghi. Nel mio percorso, non sempre ho potuto contare sulla collaborazione costruttiva delle colleghe, a volte, competitive e poco solidali in un mondo professionale già difficile.
Ad un certo punto della mia vita, in un periodo di bilanci personali e professionali, ho incontrato Maria Di Falco, nella “Commissione Cultura“ dell’Ordine degli Architetti di Latina. È stato bello rincontrarsi e scoprire una comunità di intenti e di visioni ormai rara, nel nostro mondo.
Ci siamo confrontate a lungo sui temi proposti in Commissione e, naturalmente, è nato il desiderio di approfondire la nostra attività anche in altri ambiti. Abbiamo incontrato A.I.D.I.A. sulla rete, abbiamo conosciuto le colleghe di Torino, poi quelle di Roma che ci hanno illustrato personalmente le finalità dell’associazione.
Nel frattempo, anche Maddalena, Silvia e Serena avevano accettato di costituire la sede di A.I.D.I.A. per Latina e Provincia. I primi lavori che la nostra sezione ha portato avanti erano finalizzati alla divulgazione dell’opera di professioniste attive sul nostro territorio.
Sono stati realizzati più interventi in ambito educativo, prevalentemente inerenti tematiche ambientali, in relazione al progetto sulla sostenibilità ambientale approvato dall’associazione nazionale e in cui tutte le sezioni A.I.D.I.A.si stavano cimentando, approfondendo i problemi più urgenti per le diverse realtà territoriali italiane.
Ho incontrato persone, circostanze e occasioni di scambio culturale costruttivo e di crescita professionale. Il tutto in un clima di grande serenità, collaborazione e correttezza. Credo che A.I.D.I.A. sia una grande opportunità.
Architetto Paola Parziale, Vice presidente di A.I.D.I.A., Sezione di Latina e Provincia
Ricordo che l'incontro con A.I.D.I.
A avvenne grazie ad una collega, architetto di Rapallo (GE), alla quale mi rivolsi, proprio nel 2008, quando dovevo affrontare un incari co di lavoro nel vicino entro- terra. Giuliana Penna mi ricevette nel suo studio e fu disponibile ad illustra rmi l'ambiente lavorativo, delle istituzioni e mi diede informazioni sulle proce dure degli Enti coinvolti dall'atti vità edilizia, come la Regione Liguria, per la conformità paesaggistica e l'Ente P arco Monte di Portofino, per le prescrizioni sull'uso dei mat eriali ed organizzazione del cantiere." Fin dai primi momenti della vita pro
fessionale, ho amato affrontare ogni difficolt à e ricercare soluzioni tramite il confronto con i professi onisti più esperti o più anziani.
Fu la ragione per la quale cercai un architetto nei dintorni del comune d i Portofino, dove insisteva il
fabbricato oggetto del mio incarico. Giuliana Penna mi parlò di Margheri ta Bongiovanni, allora presidente A.I.D.I.A., sezione torinese, come persona molto attiva. (...) I miei primi passi all'interno dell'A
ssociazione non furono facili. Ricordo feroci osservazioni, critiche e commenti al mio modo di ag ireche, al pari di sfide da vincere, ho ascoltato ed elaborato.
Nel 2008 arrivai in A.I.D.I.A.spinta dalla curiosità, ma anche grazie alla diminuzione de gli impegni con figli, non più piccoli. Attualmente mi domando perché cont
inui ad aderire e che senso abbia per me, un'associazione femminile. Tenterò di esporre qualche rifless ione. Penso che partecipare all'Associaz
ione consenta di sviluppare un perc orso formativo a latere di quelli, propri di ciascuna. Affiancare l'attività lavorativa, familiare, formativo/ professionale con una di tipo cultu rale, significa, a mio parere, consolidare e completare la cresci ta individuale e sociale.
Coltivare legami culturali e professionali con Colleghe laureate in i ngegneria ed in architettura intor no al tavolo di lavoro dell'Associazione, significa attivare relazioni interpersonali aperte alle novità ed al
cambiamento,poiché la presenza di Sociedietà e competenze diverse impone un contiuo adattamento e regala importanti aggiornamenti c ulturali, professionali, umani. La mescolanza generazionale allen a a capire meglio eventuali discrim inazioni, anche sul lavoro. Le giovani hanno la possibilità di osservare le più anziane, e viceversa, in uno spazio privilegiato, dovela regola principale è l'assoluto risp etto tra le parti: Ognuna con le proprie peculiarità e differenze. Questa, tra le altre, è per me un'esperienza contro la discriminazione, per età, competenze, ruolo professionale, posizione sociale, etc.
Un'Associazione di genere rappresenta, però, un'occasione speciale. La nostra, aperta a socie di sesso femminile, non si sottrae al confronto con le professioni al maschile, ma fornisce spazi e momenti di approfo ndimento delle tematiche di genere, anche se il percorso emancipativo non esclude il quotidiano impegno p ersonale.
Le assemblee periodiche, poi,risultano il luogo privilegiato pe r osservare le relazioni tra le Soci e.
Rilevante caratteristica è il senso di “modestia“ professionale o artistica testimoniato dalla maggioranza, che rende possibile il dialogo tra le So cie e promuove la ricerca di una proessionalità senza fronzoli o chiacchere inutili.
Quanto sopra è solo parte di ciò che,per ora, mi piace dell'A.I.D.I.A.